Il provvedimento in questione mette a disposizione ben 2,2 miliardi di euro di fondi pubblici per l’erogazione di contributi in conto capitale in favore di configurazioni di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili. Nello specifico, è prevista la copertura fino al 40% dei costi ritenuti ammissibili per la realizzazione di impianti per la produzione e condivisione di energia verde.

Possono beneficiare di tali agevolazioni sia le comunità energetiche rinnovabili vere e proprie, intese come associazioni costituite da utenze energetiche situate in prossimità degli impianti, sia i cosiddetti sistemi di autoconsumo collettivo, nei quali più utenti si accordano per realizzare e gestire in maniera condivisa gli assetti di generazione.

Una condizione essenziale per accedere agli incentivi in questione è che tali configurazioni di autoconsumo collettivo siano ubicate all’interno di comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, evidentemente con l’intento di promuovere la produzione diffusa di energia rinnovabile nei centri minori.

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Per quanto riguarda gli impianti, quelli incentivabili ai sensi del decreto in esame sono esclusivamente quelli alimentati da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, bioenergie, ecc.), inclusi eventuali sistemi di accumulo funzionali alla massimizzazione dell’autoconsumo istantaneo. La potenza massima per ogni singolo impianto deve essere non superiore al MW.

Ai fini dell’ottenimento dei contributi in conto capitale sono poi previsti precisi requisiti sia dal punto di vista tecnico e ambientale (caratteristiche degli impianti conformi ai criteri di sostenibilità), sia relativamente alle modalità di costituzione giuridica delle comunità energetiche, sia infine per quanto riguarda l’espletamento delle procedure autorizzative.

In sintesi, l’obiettivo perseguito dal legislatore con questa misura è ambizioso: si punta a consentire la realizzazione di almeno 2000 MW di nuova potenza rinnovabile diffusa sul territorio nazionale, con una produzione attesa di 2500 GWh all’anno. In questo modo si vuole favorire la diffusione di un modello partecipato e sostenibile di produzione e consumo pulito di energia elettrica, coerente anche con gli obiettivi generali di transizione ecologica propri del PNRR.

Dal punto di vista operativo, i contributi in conto capitale saranno materialmente erogati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) sulla base delle spese effettivamente sostenute e debitamente documentate dai proponenti per la realizzazione dei singoli progetti. Le relative domande di accesso agli incentivi potranno essere presentate fino al 31 marzo 2025 attraverso il sito web dello stesso GSE.

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